Ci ritrovammo alle 6 nel piazzale della stazione sotto l’antenna.

Arrivati alla casa di Polenta, ci mettemmo a preparare da mangiare un bel piatto di pasta al pomodoro, con qualche problema ad accendere il gas.

Riusciti nell’impresa, andammo a sistemare il sacco pelo.

Alle 22.00 arrivò il guardia caccia che ci fece una lezione di un’ora, sugli animali del territorio.

Prendemmo la macchina per spostarci in un campo arato dove sentimmo l’abbaiare dei cani e l’ululare dei lupi, ed a sorpresa vedemmo un istrice che innalzò subito gli aculei, non so se per la nostra presenza o per la musica da discoteca in sottofondo.

Dopo ci spostammo alla ricerca di nuove tracce sui lupi in un campo d’erba, dove notammo tre luci, di cui due lampeggianti arancione ed una fissa bianca, ci acquattammo in silenzio per ascoltare i rumori della notte ed individuare l’origine delle luci: i bracconieri.

Tutti quanti pensammo la stessa cosa, dopo pochi minuti la conferma, un botto assordante fece eco tra le montagne.

Il guardia caccia ci aveva raccontato alcune storie di come aveva affrontato i bracconieri.

A mezzanotte tornammo all’accampamento con la luna grande e tonda ad illuminarci la strada.

Rientrati subito ci infilammo nel sacco a pelo così come eravamo e Riccardo iniziò a russare.

Alle cinque eravamo in piedi pronti vestiti e stanchi, ma eccitati.

Ci spostammo con una nuova destinazione in una vallata chiusa dove c’era una cerbiatta con il suo cucciolo che brucavano l’erba. Li seguimmo finché non si accorsero di noie scapparono via saltellando.

Ci fermammo ad ammirare l’alba con un branco di caprioli formato da 4/5 esemplari che saltellavano in giro.

Arrivati ad un sentiero notammo delle impronte, della cacche un po’ puzzolenti, confermate come quelle di lupo.

Tornati alla casa a prendere le nostre cose, con tristezza partimmo.

Arrivati al parcheggio della palestra di San Martino dove c’era il mio babbo che mi aspettava.

Appena arrivata a casa raccontai tutto quello che era successo.

ERO FELICISSIMA

GAIA ROSSI